Guidando non sono io che scorro ma le cose vengono vibrando intorno e tutti i sensi afferrano nel viaggio della mente che gira abbacinata - La strada. Come era interminata contando passi alati a divorare il tempo preso al mare che brillava mentre sfacevi il corpo alla corolla ancora troppo viva. Respiravi la gente sorridente intorno, e i tuoi nella pineta, occhi d’ombra verde - gioia d’estate sconfinata. La strada. Puntini a stralunare prospettive di ritorni nel vuoto nascondiglio che non schivi. Agnizioni oscure. Padre estraneo ti dorme accanto - complici ostaggi chiusi in una stanza dalla madre, dalla sposa: l’altra piange - proclamava scegliendo la sua preda. Abbandonati. La strada. Perdonavi le carezze lievi chiudendo gli occhi, pregando il giorno già vicino. Ti sfiorava appena il cuore, vile di non potere fare altro. La strada. Tornare con le rose bianche, ancora - strette sul petto a respirare piano la stagione risorgente, pallidamente avanzando sulla riva, attenta al sole che può bruciare il cuore. Ancora troppo l’amore perso sulla riva, la tavola col cibo in cima alla salita - felici. Tu cattiva sempre a ricordare stemperando l’azzurro col salmastro. Non era nulla, uno strappo nella rete, una mosca a ronzare sopra il miele. E tutto quello che ti è stato dato, voci piene di cura e di rimpianto amaro, offerte come a una regina. Sei pazza, pazza, pazza. La strada. Vaghezza dello sguardo a trasformare tasselli antichi di paesaggio. Ritornare. Dintorni solitari, declivi. Peregrinare. Non c’è più nessuno. Dove cercare? Per te la strada talitha - kumi.
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Fiammetta Lucattini
- 06/03/2012 11:12:00
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Pulchra, et apta nobis.
P.S. Anchio adoro La Bella Addormentata ;)
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Censa Cucco
- 04/03/2012 14:48:00
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la strada... un film neorealista. Molto, molto di più in questa poesia che trascina lanima col fiato sospeso dallinizio alla fine ed è bellissima...
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Maria Musik
- 04/03/2012 12:11:00
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Ancora una volta, mi illumino nel trovare assonanze fra il mio sentire ed il tuo. E, mentre son sicura di aver scovato, fra le tue righe, Dostoevskij, mi logoro nel ripensare ad altri letti, detti e vissuti che mi rendono familiari le sequenze della tua strada, una via crucis che si snoda per poste, tinte di tragedia greca e dottocentesca follia che si precipitano nel quotidiano. Di una bellezza sconcertante.
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Leonora Lusin
- 04/03/2012 11:31:00
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Quando ho letto per la prima volta la poesia, sono stata colta da una sinestesia: un colore giallino uniforme e ho pensato :cè una mancanza di contrasto. Più tardi però leggendo i commenti sono stata illuminata da quello di Paraboschi:una pellicola!. Una pellicola che gira ad una velocità di un filo accellerata. Allora mi sono messa nella posizione di chi la guardava scorrere nella mente e mi è entrata nel cuore... P.S.Elimenei lassonanza troppo stretta tra risorgente e pallidamente
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Lorena Turri
- 03/03/2012 23:16:00
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...e io sono davvero una sgangherata poetessa nullafacente!
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cristina bizzarri
- 03/03/2012 19:48:00
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Domenico: ascolto la tua parola che viene dal mare profondo. Luigi: mi piace molto il cinema,mi avvolge e nello stesso tempo stimola il mio senso dellosservazione. Ho adorato letteralmente Bergman, ma mi piacciono anche i thriller e i cartoni animati dellepoca della Bella Addormentata! Lorena: ma che butti via!!! Riprendila subito e scrivi! Te lo dice una prof di uno sgarrupato ist.alb.come lo direbbe a un suo sgangherato studente nullafacente! :-))) Alessandra: come sempre sei attenta a tutti e profonda. Loredana: come sempre interpreti fin dentro lanima! Carla:cin cin che bello!faccio un brindisi virtuale con te... Teresa-Tess: davvero felicissima che tu labbia apprezzata! Silvia: il tuo commento sensibile sintetizza e...abbellisce il mio scritto. A tutti un grande grazie cari amici.
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Domenico Morana
- 03/03/2012 19:18:00
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Cristina, che dirti se non che è bellissima? Nel mare e nel sangue cè il sale... Sei in quel sale.
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Luigi Paraboschi
- 03/03/2012 18:30:00
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secondo quanto posso capire dovresti amare molto il cinema.
lo dico osservando questa poesia, decisamente chiusa per chi è al di fuori dei fatti narrati, che a me non comunica che un " ottimo montaggio " dal taglio cinematografico, e che lascia pensare ad un invito " alzati ragazza, " mediato da Vangelo quasi per rimpiangere qualcuna che non cè più o che è molto lontana e persa.
insomma,grazie
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Lorena Turri
- 03/03/2012 17:22:00
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Ecco!, quando leggo queste tue poesie mi viene da buttar via la penna! Che bellezza!
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Alessandra Ponticelli Conti
- 03/03/2012 17:03:00
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Sono rimasta molto colpita da questa poesia che ho trovato bellissima.Complimenti davvero!
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Loredana Savelli
- 03/03/2012 15:58:00
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Implacabile "la strada": un corso inarrestabile di eventi che, visti in retrospettiva, assumono un che di dolce-amaro, ormai innocuo. Ma quanto dolore, quanta incomprensione in questi rapporti fammiliari, sensazioni nette, benché non spiegate, perdoni, ritorni, anche insulti. Però la tua poesia trasfigura tutto e rimangono addosso i profumi e le visioni di questo viaggio in avanti e indietro nello stesso tempo. Ciao Cristina!
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Carla de Falco
- 03/03/2012 14:59:00
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il senso a tratti mè arduo, eppure lho bevuta dun fiato!
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Ter
- 03/03/2012 14:07:00
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Che meraviglia Cristina. È di una bellezza spiazzante questa poesia!
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Silvia De Angelis
- 03/03/2012 13:35:00
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Un suggestivo viaggio in automobile che riprende le trame di un vissuto intenso...Poetare assai raffinato in versi che non lasciano indifferenti, per la loro non comune originalità...
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cristina bizzarri
- 03/03/2012 13:23:00
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Sei stupenda e delicata interprete, Franca, sempre completi i miei testi - e quelli altrui - con maestria e umanità. Grazie!
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Franca Alaimo
- 03/03/2012 13:08:00
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Qualunque sia questo misterioso episodio narrato da Cristina, io resto abbagliata dalla bellezza formale, e sorpresa dalle vibrazioni emotive che il testo spande, evocando e suggerendo piuttosto che descrivendo. Si frantuma il paesaggio: il mare, i pini, le rose bianche; si affacciano sulla scena, appena accennati, diversi personaggi ( di una donna sentiamo leco del pianto).POi cè una ragazza, la protagonista, che tollera una violenza e poi fugge, sapendo che dopo la morte della sua vita precedente, sentirà la voce dirle di nuovo: Alzati e cammina. Sembra, ma forse sbaglio, che Cristina veda una se stessa lontana: quella strada percorsa a piedi, adesso, ritorna a mescolare alla velocità di unautomobile che la percorre ricordi....
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